{"id":9120,"date":"2023-05-19T09:43:09","date_gmt":"2023-05-19T09:43:09","guid":{"rendered":"https:\/\/desigknit.it\/?p=9120"},"modified":"2024-05-06T09:41:59","modified_gmt":"2024-05-06T09:41:59","slug":"fast-fashion-and-slow-fashion-when-craftsmanship-and-local-production-represent-the-future","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/desigknit.it\/non-categorizzato\/fast-fashion-and-slow-fashion-when-craftsmanship-and-local-production-represent-the-future\/","title":{"rendered":"Fast Fashion e Slow Fashion: quando artigianalit\u00e0 e produzione locale rappresentano il futuro"},"content":{"rendered":"\n
La frenesia della vita odierna coinvolge numerosi aspetti della nostra quotidianit\u00e0: pensiamo a quanto, ad esempio, negli ultimi anni si siano diffusi i fast food per rispondere alle esigenze di una clientela che evita di prendersi del tempo persino per mangiare. Sicuramente l\u2019ipertecnologizzazione <\/em>della societ\u00e0 ha contribuito alla logica del \u201ctutto e subito\u201d, grazie al prepotente avvento degli smartphone. Un semplice dito sullo schermo del nostro telefono, oggi, pu\u00f2 portarci ovunque in qualsiasi momento, e cos\u00ec una buona fetta di mercato si \u00e8 adattata prontamente a questa dinamica. Poco sopra parlavamo del cibo, ma lo stesso discorso pu\u00f2 essere fatto anche per il mondo della moda<\/strong>: da qualche anno, infatti, assistiamo all\u2019imperversare di quella che in molti hanno definito Fast Fashion<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n A dirla tutta, il Fast Fashion <\/strong>nasce ben prima della digitalizzazione, negli anni \u201980, per esplodere poi definitivamente dal 2000 in poi. In quel periodo, le aziende di moda hanno iniziato a produrre un numero sempre maggiore di collezioni l\u2019anno a costi molto bassi. Poi, l\u2019approdo negli anni \u201920, con l\u2019esplosione degli shop online<\/strong>, ha segnato la definitiva consacrazione della \u201cmoda veloce\u201d<\/em>. Questo modello di business si basa essenzialmente sull\u2019idea che un capo di abbigliamento non rappresenti un \u201cbene di uso\u201d, bens\u00ec un \u201cbene di consumo\u201d (anzi, di \u201csovraconsumo\u201d) nei confronti del quale il senso di affezione sta diminuendo sempre di pi\u00f9. Il basso costo del prodotto<\/strong>, unito alla possibilit\u00e0 dei \u201cresi\u201d garantita dallo shopping online, fanno s\u00ec che il consumatore si abitui ad acquistare sempre pi\u00f9<\/strong> di ci\u00f2 di cui realmente necessita. Il senso del valore attribuito a un indumento, cos\u00ec, diminuisce drasticamente, in virt\u00f9 della possibilit\u00e0 di procurarsi in maniera continuativa – e compulsiva – nuovi capi<\/strong>, apparentemente pi\u00f9 necessari dei precedenti.<\/p>\n\n\n\n Viene facile comprendere, quindi, come il Fast Fashion<\/strong> risponda a un modello di business assolutamente non sostenibile<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n Innanzitutto, parliamo del motivo per cui i costi dei prodotti sono cos\u00ec bassi: i materiali sono di bassa qualit\u00e0<\/strong>, spesso sintetici, ma questo non \u00e8 l\u2019unico motivo. Il principale, e certamente ancora peggiore, \u00e8 legato al fatto che la produzione<\/strong> – rapidissima, oltre che a basso costo – sia sempre collocata in paesi dove non vigono rigide norme contro lo sfruttamento del lavoro, e che quindi permettono lo sfruttamento di manodopera<\/strong> a bassissimo costo: secondo statistiche della non-profit Remake, ogni giorno 75 milioni di persone producono vestiti per noi e l\u201980% \u00e8 costituito da donne tra i 18 e i 24 anni.<\/p>\n\n\n\n In molti, a questo proposito, ricorderanno il drammatico evento accaduto in Bangladesh il 24 aprile del 2013: quel giorno croll\u00f2 il Rana Plaza, un grande edificio di 8 piani situato in Bangladesh, che ospitava appartamenti, numerosi negozi e, tra le attivit\u00e0, anche diversi laboratori tessili che lavoravano per alcune tra le pi\u00f9 note catene del F<\/strong>ast F<\/strong>ashion.<\/strong> Prima del crollo erano state rilevate diverse crepe che avevano comportato la chiusura di tutte le attivit\u00e0 tranne, casualmente, quelle tessili. Il bilancio fu drammatico: 1129 vittime e 2515 feriti, il cui unico risvolto positivo \u00e8 stato quello di accendere i riflettori proprio sul mondo del Fast Fashion<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n Da quel momento, infatti, si \u00e8 iniziato a fare luce anche su un altro aspetto dannoso: quello dell\u2019inquinamento ambientale<\/strong>. L\u2019industria della moda \u00e8 infatti responsabile di una massa enorme di rifiuti idrici mondiali e del 10% delle emissioni di anidride carbonica<\/strong> a causa del largo impiego di pesticidi e insetticidi nelle coltivazioni del cotone utilizzato per produrre abbigliamento di fast fashion. Inoltre \u00e8 importante ricordare che la velocit\u00e0 con cui viene prodotto questo tipo di abbigliamento determina il fatto che sempre pi\u00f9 persone producano una quantit\u00e0 esorbitante di rifiuti tessili<\/strong>. Ricordiamo, infine, l\u2019effetto deleterio dell\u2019uso di coloranti economici tossici <\/strong>che, a causa dei lavaggi, rendono l\u2019industria della moda il settore che inquina maggiormente le acque pulite<\/strong>, dopo l\u2019agricoltura.<\/p>\n\n\n\n Essenzialmente, per Slow Fashion<\/strong> intendiamo l\u2019esatto contrario di Fast Fashion. Con questo termine, infatti, si fa riferimento a un modello di mercato basato su un approccio sostenibile<\/strong> sia per ci\u00f2 che concerne la produzione che il consumo (o meglio, l\u2019uso).<\/p>\n\n\n\n Per ci\u00f2 che concerne i materiali<\/strong>, viene attribuita importanza alla qualit\u00e0 contemplando l\u2019utilizzo di materia prima ecologica<\/strong> e, a volte, addirittura riciclata. Ne consegue che i capi siano pi\u00f9 durevoli e di fattura decisamente superiore<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n Inoltre, i processi di produzione salvaguardano l\u2019ambiente<\/strong>: ad esempio, vengono impiegati sistemi chiusi per l\u2019acqua<\/strong>, cos\u00ec da poterla riutilizzare e soprattutto evitare che i colori inquinino disperdendosi nelle acque di scarico.<\/p>\n\n\n\n Infine, aspetto certamente non secondario, le produzioni vengono collocate a livello locale<\/strong> e curate attraverso la sapienza di artigiani <\/strong>che, oltre a percepire un salario dignitoso, portano la loro sapiente manodopera <\/strong>nella lavorazione di prodotti che diventano, cos\u00ec, unici.<\/p>\n\n\n\n Per fortuna lo Slow Fashion<\/strong> sta ottenendo sempre pi\u00f9 consenso<\/strong> e attenzione da parte dei consumatori, anche grazie ad una sempre crescente consapevolezza<\/strong> dell\u2019impatto dell\u2019industria del fashion sull\u2019ambiente.<\/p>\n\n\n\n Per ci\u00f2 che concerne i marchi, \u00e8 importante ricordare che sono sempre di pi\u00f9 le etichette che sembrano aver compreso che l\u2019abbigliamento prodotto con determinati standard \u00e8, alla lunga, preferibile, perch\u00e9 non perde le sue caratteristiche dopo pochi lavaggi e qualche utilizzo<\/strong>. Si tratta, peraltro, di capi dal design meno trendy e che quindi non subiscono le inevitabili oscillazioni della moda: articoli creati per durare<\/strong>, e che quindi determinano un contenimento di quell\u2019approccio acritico e bulimico all\u2019acquisto.<\/p>\n\n\n\n Desigknit<\/strong>, oltre a garantirti la possibilit\u00e0 di creare il tuo capo di alta maglieria secondo le tue specifiche esigenze, rappresenta un brand che ha abbracciato in pieno un approccio Slow Fashion<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n Per ci\u00f2 che concerne i materiali, il puro cashmere<\/strong> e il cashmere seta<\/strong> provengono dalle Marche<\/strong> e dal pi\u00f9 noto produttore mondiale di questo nobile filato, mentre la lana Merino extrafine<\/strong> viene acquistata nel Biellese.<\/strong> La produzione<\/strong>, poi, affidata alle capacit\u00e0 manuali e alle competenze dei migliori artigiani<\/strong>, \u00e8 collocata tra Parma<\/strong>, Reggio Emilia <\/strong>e Carpi<\/strong>, zone che da tempo rappresentano un distretto d\u2019eccellenza mondiale per la produzione di maglieria.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La frenesia della vita odierna coinvolge numerosi aspetti della nostra quotidianit\u00e0: pensiamo a quanto, ad esempio, negli ultimi anni si siano diffusi i fast food per rispondere alle esigenze di una clientela che evita di prendersi del tempo persino per mangiare. 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Perch\u00e9 il Fast Fashion non \u00e8 sostenibile<\/h2>\n\n\n\n
Slow Fashion: il suo significato e l\u2019approccio sostenibile<\/h2>\n\n\n\n
Desigknit: quando lo slow fashion incontra la personalizzazione<\/h2>\n\n\n\n